L'Arco di Augusto ad Aosta di Federico Ashton

 

6 dicembre 2013 - 26 gennaio 2014

 

Federico Ashton, L’Arco di Augusto ad Aosta, 1868, olio su tela, 56,7 x 79 cm, n. inv. 603 AC, Regione Autonoma Valle d'Aosta Federico Ashton, L’Arco di Augusto ad Aosta, 1868, olio su tela, 56,7 x 79 cm, n. inv. 603 AC, Regione Autonoma Valle d'Aosta

 

 

Il primo evento espositivo “Détails”, dal 6 dicembre 2013 al 26 gennaio 2014, è dedicato a un dipinto acquisito nel 2005, L'Arco di Augusto ad Aosta di Federico Ashton.

Si tratta di un'opera di grande interesse per la rarità nella produzione figurativa dell'Ottocento di rappresentazioni pittoriche del nostro capoluogo regionale, riprodotto più di frequente nell'ambito della grafica. Pittore della montagna legato soprattutto alle valli ossolane, dove visse e operò negli ultimi decenni del XIX secolo, Federico Ashton (1836-1904) esemplifica l'adesione al vero che si manifesta alla metà dell'Ottocento, pur senza abbandonare del tutto i principi compositivi del “bello” accademico e un linguaggio pittorico accuratamente rifinito.

Le opere presentate alle rassegne pubbliche negli anni tra il 1865 e il 1871 restituiscono la mappa dei viaggi compiuti dall'artista, attestando un'assidua frequentazione della Svizzera e della Savoia che arriva a toccare Chamonix e varie località sul lago di Ginevra. Nel corso di queste peregrinazioni Ashton dovette giungere anche ad Aosta, dove dipinse dal vero l'Arco d'Augusto e la straordinaria veduta già in collezione Sarriod d'Introd, qui per la prima volta esposta al pubblico. Più incerta l'occasione cui risale l'acquerello Ai piedi del Cervino, raffigurante un alpeggio al Breuil, con tutta probabilità un'opera giovanile che miscela spunti dal vero e citazioni dai maestri contemporanei.

Accanto a queste opere di soggetto valdostano sono esposti altri tre lavori che aiutano a chiarire alcuni aspetti del percorso artistico di Ashton. La Veduta di Varzo (1896) attesta, quasi un trentennio dopo quella di Aosta, la fedeltà del pittore al gusto vedutistico tradizionale. Lago d'Avino e Monte Leone, soggetto più volte riprodotto dal pittore, rivela la persistenza della componente romantica accanto all'osservazione minuziosa della realtà naturale. Il foglio Baite a Testa (Macugnaga), infine, è un esempio maturo della produzione di Ashton ad acquerello, tecnica che l'artista padroneggia abilmente al fine di ottenere, con una miriade di piccole pennellate giustapposte, ricche vibrazioni di colori e di luce.

 

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