Le raccolte d’arte della Regione autonoma Valle d’Aosta, dal 2012 confluite all’interno del Castello Gamba di Châtillon, si configurano come l’esito della lungimirante politica culturale della regione stessa.
A partire dalla metà del XX secolo, infatti, attraverso premi, acquisizioni, doni e committenze, l’Amministrazione regionale ha fatto in modo che la sua collezione fosse costantemente implementata, orientando le scelte in direzione della rappresentazione del paesaggio alpino, segnatamente valdostano, e della cultura figurativa del Novecento, italiana ed europea.
Il patrimonio così raccolto ha al suo interno alcuni nuclei particolarmente importanti, espressione di episodi artistici che hanno preso corpo in Valle d’Aosta.
È il caso dei dipinti acquisiti all’asta del 1984 delle opere del Casinò de la Vallée, passati attraverso il notorio “Gran Premio Saint-Vincent per la Letteratura e le Arti figurative”, istituito dalla SITAV nell’immediato dopoguerra e curato da Luigi Carluccio.
Lo stesso vale per il ciclo di opere di Mario Schifano, realizzate in occasione della residenza artistica aostana del maestro nel 1988 e della conseguente mostra Mario Schifano. Verde fisico curata dal critico torinese Janus (Roberto Gianoglio). Janus fu ideatore, in collaborazione con l’Ufficio mostre, di oltre 100 mostre allestite ad Aosta tra il 1986 e il 1995, che hanno fruttato alla Regione l’incameramento nel suo patrimonio di un discreto numero di opere, come del resto era stato per il progetto di Gino Nebiolo del 1977, La Valle svelata. 10 artisti in Val d’Aosta coinvolti ad illustrare altrettanti aspetti della Valle alla maniera dei viaggiatori inglesi dell’Ottocento e come sarà per Sur le versant de la peinture. 11 peintres à Turin del 1998.
È sempre al 1988 che data la partecipazione della Regione alla XLIII Biennale d’Arte di Venezia con un padiglione dedicato che espose opere di artisti di chiara fama fuse mediante la tecnica della fusione a cera persa dalla DeltaCogne di Verrès, un unico obbligo per gli artisti: lasciare alla Regione una copia di ogni opera, da qui la presenza delle sculture, tra gli altri, di Pomodoro, Cascella, Ceroli e Paladino.
Un discorso a parte merita il consistente Fondo fotografico regionale, creato a partire dal 1990 circa grazie alla chiamata in Valle dei maggiori fotografi italiani di quegli anni: Mario Cresci, Luigi Ghirri, Gabriele Basilico, Mario De Biasi, per fare solo alcuni nomi. Ventuno artisti a cui la Regione chiese di approfondire un aspetto della Valle, un lavoro che andava ad inserirsi nei più ampi progetti che in quel momento si stavano diffondendo sul territorio nazionale, ovvero, la fotografia di paesaggio per la conoscenza del patrimonio e del popolo italiano, in un momento in cui si stava determinando la profonda trasformazione paesaggistica dell’intero territorio nazionale.
Nel solco di questa tradizione si situa la recente campagna di nuove acquisizioni, che ha assicurato al Castello Gamba opere di artisti viventi, e l’intervento site specific e site related che ha portato alla creazione di Orbita di Massimo Uberti segno della vocazione contemporanea del museo.