Dal 28 ottobre 2012 al 24 novembre 2013

Italo Mus (1892-1967) nelle collezioni della Regione autonoma Valle d'Aosta

L'esposizione temporanea che ha accompagnato l'apertura al pubblico del Castello Gamba è stato un doveroso omaggio all'artista che, in età moderna, più ha contribuito a far conoscere la Valle d'Aosta al di fuori dei confini locali. Il rilevante numero di opere – 68 per l'esattezza – presente nelle collezioni regionali testimonia l'attenzione che la pubblica amministrazione ha rivolto e continua a rivolgere verso Italo Mus, attraverso un’ininterrotta politica di acquisti.

Curata da Sandra Barberi, la mostra ospitata delle Sale del Livello C del Castello Gamba, ha presentato una selezione di circa quaranta opere esemplificative del percorso evolutivo dell'artista, secondo una scelta che privilegia le più significative e quelle databili con maggiore certezza, che possono costituire i poli di ancoraggio per organizzare secondo una scansione cronologica attendibile una produzione quanto mai vasta e non ancora inventariata integralmente.

Nato a Châtillon pochi anni prima che sorgesse il Castello Gamba, Mus si forma nel solco del tardo Verismo piemontese, allargando poi i suoi orizzonti alla pluralità di linguaggi che tra Otto e Novecento, aderendo alla poetica del vero, si fanno interpreti della realtà contadina nel contesto alpino e fuori. Celebrato soprattutto per la sua affettuosa e dolente epopea della quotidianità montanara, che ha consolidato l'immagine di una Valle d'Aosta strettamente legata al mondo rurale e alla religione dei padri, nel corso degli anni Quaranta Mus supera la matrice realista ottocentesca per approdare a una visione artistica più moderna, attingendo alle principali correnti della pittura italiana e francese del Novecento, da Cézanne al Primitivismo italiano. Accanto alle scene di vita agreste, rivisitate alla luce di una nuova sintesi formale, si affacciano nuovi soggetti e nuove sperimentazioni cromatiche. I lavori più tardi introducono una nota fantastica e visionaria nei luoghi abituali e decompongono spazi e volumi attraverso una pennellata sempre più sfatta e sommaria. La sezione conclusiva della mostra è dedicata alle opere ottenute con la tecnica del monotipo, largamente utilizzata da Mus soprattutto negli anni Cinquanta.

25 anni dopo la grande retrospettiva aostana dedicata all'artista, Italo Mus: De nouveau sous le soleil (Centro Saint-Bénin, dicembre 1987 - marzo 1988), con questa rassegna mirata l'Assessorato istruzione e cultura della Regione Valle d’Aosta, ha voluto dare l'avvio dal punto di vista metodologico a uno studio filologico sistematico della produzione di Mus, attento alle ragioni storiche e alle componenti culturali che, in un contesto esteso alla prospettiva europea, hanno nutrito il percorso artistico del pittore.