Per offrire all’amatissima sposa Angélique Passerin d’Entrèves la possibilità di trascorrere lunghi periodi all’anno vicina agli affetti della famiglia di origine, che risiedeva nel castello di Châtillon, il barone torinese Carlo Maurizio Gamba, decise di costruire una nuova dimora nella stessa località, sulla balza rocciosa denominata Crêt-de-Breil.
Il progetto fu affidato all'ingegnere Carlo Saroldi, torinese di nascita ma « valdôtain de cœur », cui spetta anche la ricostruzione, negli stessi anni, della chiesa parrocchiale di Châtillon.
Concluso probabilmente nel 1903, data incisa sul fronte nord dell'edificio, il «grandioso palazzo in pietra nello stile del principio del Seicento»– così come viene descritto in una delle prime guide turistiche della Valle d'Aosta – era munito di tutti moderni comfort, tra cui persino un ascensore, il primo installato nella regione. Il salone di ingresso, con la boiserie decorata da motivi a pergamena e il camino in pietra sul quale è dipinto lo stemma dei proprietari, rendeva omaggio al gusto neogotico che nel coevo Castel Savoia di Gressoney viveva la sua ultima ed eclettica stagione.
Un destino avverso avrebbe infranto i rosei progetti di vita di Angélique e Carlo Maurizio. Colpita da un male incurabile, forse aggravato dal dolore per la perdita della figlioletta Irene, Angélique si spense appena trentasettenne nel 1909, mentre il marito morì improvvisamente, in questo edificio, il 2 dicembre 1928.
In mancanza di eredi diretti, il castello pervenne ai Passerin d'Entrèves, che nel 1982 lo vendettero alla Regione autonoma Valle d'Aosta.
Per offrire all’amatissima sposa Angélique Passerin d’Entrèves la possibilità di trascorrere lunghi periodi all’anno vicina agli affetti della famiglia di origine, che risiedeva nel castello di Châtillon, il barone torinese Carlo Maurizio Gamba, decise di costruire una nuova dimora nella stessa località, sulla balza rocciosa denominata Crêt-de-Breil.
Il progetto fu affidato all'ingegnere Carlo Saroldi, torinese di nascita ma « valdôtain de cœur », cui spetta anche la ricostruzione, negli stessi anni, della chiesa parrocchiale di Châtillon.
Iniziato nel 1903, data incisa sul fronte nord dell'edificio e concluso nel 1905, il «grandioso palazzo in pietra nello stile del principio del Seicento»– così come viene descritto in una delle prime guide turistiche della Valle d'Aosta – era munito di tutti moderni comfort, tra cui persino un ascensore, il primo installato nella regione. Il salone di ingresso, con la boiserie decorata da motivi a pergamena e il camino in pietra sul quale è dipinto lo stemma dei proprietari, rendeva omaggio al gusto neogotico che nel coevo Castel Savoia di Gressoney viveva la sua ultima ed eclettica stagione.
Un destino avverso avrebbe infranto i rosei progetti di vita di Angélique e Carlo Maurizio. Colpita da un male incurabile, forse aggravato dal dolore per la perdita della figlioletta Irene, Angélique si spense appena trentasettenne nel 1909, mentre il marito morì improvvisamente, in questo edificio, il 2 dicembre 1928.
In mancanza di eredi diretti, il castello pervenne ai Passerin d'Entrèves, che nel 1982 lo vendettero alla Regione autonoma Valle d'Aosta.
Un importante intervento di restauro, finalizzato a trasformare l'edificio storico in nuova sede museale, che oggi ospita la ricca collezione di arte moderna e contemporanea regionale, è stato curato dalla Soprintendenza per i beni e le attività culturali della Regione autonoma Valle d'Aosta.