Dal 28 marzo al 16 giugno 2024

Sophie-Anne Herin. Entre chien et loup

Il titolo dell’esposizione, Entre chien et loup, deriva da un’antica espressione francese traducibile in italiano con “al calare della notte” e racchiude in sé il significato del progetto: raccontare quel particolare momento della giornata caratterizzato dal passaggio dalla luce al buio. È il tempo della penombra durante il quale non è possibile distinguere un cane da un lupo, come scriveva nel XVI secolo il poeta francese Jean-Antoine Baïf.

Il crepuscolo raccontato da Sophie-Anne Herin è quello dell’Envers, il versante valdostano occupato prevalentemente da boschi e caratterizzato dalla scarsità di ore di luce nei mesi invernali. Si tratta, come scrive Olga Gambari nel testo critico dedicato alla mostra, di “un mondo inverso fuori dal tempo dove l’artista ci immerge, attraverso un lavoro fotografico unito a un allestimento che prende la forma di un percorso iniziatico”.

Le immagini proposte giocano sui contrasti di luci, raccontando ciascuna la propria storia attraverso uno stile libero. “Sono nata in un paese che in inverno non gode di molte ore di luce e l’idea della penombra è qualcosa di familiare – spiega Sophie-Anne Herin –, una particolare declinazione di luminosità che orienta il mio sguardo.”

L’esposizione si sviluppa all’interno dei tre piani del Castello Gamba in un percorso che inizia dalla terra per poi superare i confini delle montagne e arrivare prima al cielo e poi al sogno.

L’inizio del viaggio “Entre chien et loup” è con immagini che escono dalla penombra, intesa sia come momento in cui si entra in contatto con le proprie paure personali e ancestrali sia come apertura su un altro mondo.

Dalla penombra si passa poi alla notte, con immagini raffiguranti il cielo e le stelle, fino ad accedere all’ultimo piano dedicato al sogno.

Biografia dell'artista

Sophie-Anne Herin inizia il suo percorso artistico a Bologna, dove si laurea al DAMS.

Nel 2008 si   avvicina alla fotografia studio che approfondirà formandosi allo IED di Torino. Nel 2008 dall’incontro tra la cantante Meike Clarelli e la regista Alice Padovani nasce Perché ti devo amare? mostra musicata ospitata nel novembre 2009 allo Spazio le Lune di Modena, all’interno del Festival Periferico di Modena. L’anno seguente, nel mese di novembre complice la medesima kermesse, proporrà Disperato moderato con brio, ancora con la Clarelli e Gabriele Dalla Barba, dando vita a una “performance in forma di concerto su pellicola fotografica” presso lo spazio Dead Meat di Modena.

Con Viaggio Nudo, da agosto a settembre 2010, espone fotografie su tela abbinate ad alcune tele di Marino Catalano alla Montaigne Gallery di Shanghai, Cina. Nel gennaio 2012 espone a Parigi Trois valdotâins à Paris : histoires du passé et du présent. A marzo del 2013 espone presso il centro Phos di Chieri Attorno ad un manque con due progetti fotografici che trattano il tema della mancanza attraverso un viaggio introspettivo, dove il corpo diviene soggetto e metafora dell’assenza.

A novembre espone presso la galleria Paola Meliga di Torino “I luoghi malinconici del dentro:DCA”, partecipa sempre nello stesso mese alla Biennale d’Arte moderna e contemporanea di Torino. Il progetto verrà poi ripreso e approfondito con Il corpo sottratto, bi-personale con l’artista Patrizia Nuvolari ad Aosta e nel 2022 nella centrale Bertin di Étroubles. Il lavoro sui disturbi dell’alimentazione verrà poi pubblicato in Blacklie vol.1. Sempre nel 2014, da Blacklie editore, seguito alla vincita di un concorso indetto dalla stessa casa editrice. Il 12 febbraio 2015 presenterà in una mostra collettiva parte del suo precedente lavoro e il libro d’artista Scarti presso la galleria Spazio 28 a Torino, un lavoro sul territorio e l’identità. Nel 2016 espone presso il PHOS di Torino insieme a Mattia Paladini Ingenuo.Bianco un lavoro fotografico sul Monte Bianco che si allontana dalla convenzionale rappresentazione oggettiva del paesaggio montano e offre una visione sull’intimità dei luoghi. Sempre nel 2016 espone presso il Finaosta di Aosta Portraits, 54 ritratti eseguiti presso strutture psichiatriche della città seguito a dei laboratori di fotografia tenuti nei centri con gli utenti. Nel 2018 partecipa alla collettiva Memories presso il Phos Centro di fotografia di Torino con Viktoria progetto sul tema del ricordo e della memoria.

Nel 2019 espone a Palazzo Pincini Carlotti, a Garda, Malemort, un lavoro contro la violenza alle donne e contro le narrazioni tossiche.

Nel 2020 partecipa alla BAM presso la Casa del Conte Verde a Rivoli.

Nel 2021 partecipa a Photo Action alla GAM di Torino.

Nel 2022 presenta parte del progetto And then I went home presso il Circolo dei lettori a Torino, Viktoria presso la galleria Inarttendu ad Aosta, lo stesso progetto verrà presentato presso la Castiglia di Saluzzo sotto forma di installazione video.

Accanto alla professione di fotografa si occupa anche di formazione tenendo dei workshops e corsi di fotografia presso diverse strutture in Italia (Camera di Torino, Centro indipendente della fotografia di Napoli).

Vive tra Torino e Aosta.